I.T.I.S. Enrico Fermi, 22/05/2013 – Oggi abbiamo avuto l’onore di ricevere a scuola un ospite illustre, Maria Luisa Spaziani, grande poetessa del secolo scorso, le cui poesie continuano anche ora, a distanza oramai di anni, a far brillare i nostri cuori.
Ma come è arriva l’ispirazione? Che cosa rappresenta per le nostre generazione la poesia che, praticamente dappertutto, è oramai scomparsa? A queste e a tante altre domande ha risposto la poetessa con grande disponibilità quest’oggi agli emozionatissimi alunni dell’I.T.I.S. Enrico Fermi.
“L’ispirazione l’ho avuta a 5 o 6 anni”, dice la poetessa “quando in macchina con mio padre ho ascoltato la mia prima poesia. Non è difficile, ho pensato, lo dissi a mio padre che in un certo senso mi sfidò. Cosi scrissi una poesia di due versi “La primavera a Parigi, risveglia i cuori”. Poi crescendo ha avuto, come i ragazzi di oggi, dei ripensamenti, dei momenti in cui aspirava a diventare qualcosa di diverso, forse “qualcuno” di diverso. “L’invidia non è un peccato, io in quella fase della mia vita desideravo di essere tutt’altra persona, non una poetessa, ma una romanziera come altri autori da me stimati”.
Come penso molti di noi sappiano la prof.ssa Spaziani ha avuto rapporti anche stretti con Eugenio Montale, per lei era come una fonte di ispirazione. Oggi ci ha raccontato una sua avventura a dir poco “spaventosa” in cui la poetessa si è ritrovata da sola in balia del mare, tentando di risalire degli scogli scivolosi: “in quei momenti di panico il mio unico pensiero era di conoscere Eugenio Montale” ci ha raccontato. Questo desiderio si avvererà un po’ di tempo dopo quando lei si ritrovò a parlare con il famoso poeta, emozionata e incredula. Da quel giorno è nata una grande amicizia destinata a sopravvivere per sempre.
In conclusione posso affermare che, grazie al giornalino della scuola, ho avuto l’opportunità di assistere a un incontro con una persona speciale, con un immenso bagaglio culturale ma anche di grande simpatia, e sempre con un bel sorriso stampato sulle labbra. Di questo incontro durato due ore e mezza conserverò sempre un piacevole ricordo.
Matteo Marini
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