L’incontro comincia con il discorso del Dirigente Scolastico e della Prof.ssa Carboni, le quali ribadiscono quanto per loro sia fondamentale l’attività di lettura e di come venga coltivata la passione per quest’ultima nel nostro Istituto.
“La scrittura è una forma di artigianato”, spiega lo scrittore, affermando che secondo lui la scrittura non è una forma di arte, basata sull’ispirazione ma è un lavoro come tutti (Tesi sostenuta anche da Socrate). Successivamente dice che la parola è uno strumento, dicendo che sta a noi scegliere quali mettere e come metterle insieme in base al nostro stile. Descrive inoltre l’importanza della costanza, a discapito dell’ispirazione.
In seguito iniziano le domande da parte degli alunni:
“Perché il libro è dedicato a Zeman?”, chiede un alunno; Nucci spiega che quest’ultimo, a differenza del calcio italiano in generale, è una persona che si è battuta nel bene e nel male senza arrendersi. Sucessivamente ci esprime i motivi che lo hanno portato a scrivere questo libro, dicendo che gli eroi da lui descritti (gli Dei dell’Olimpo) sono tali per ciò che hanno fatto, e non per quello che sono. Spiega inoltre che ciò si applica anche nella vita reale, nella quale ognuno di noi non deve vergognarsi di essere se stessi, deve piangere e smettere di paragonarti alle cosiddette “persone importanti”, perché in fondo siamo uguali a loro. “Solo coloro che conoscono e si interessano essendo se stessi crescono veramente e diventano completi”. L’importante è capire cosa ci piace e per cosa siamo portati. Per essere veramente felici, bisogna lavorare per se stessi, ma soprattutto essere se stessi.
Per tutto il resto dell’incontro lo scrittore ribadisce questi concetti, sottolineando quanto per lui sia importante diffondere questi ultimi concetti, oltre al “Carpe Diem”; ossia cogli l’attimo.
L’incontro si conclude con la lettura espressiva di un paio di pagine del libro in questione da parte del signor Marco Belocchi.
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