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Conferenza sulla violenza sulle donne

Stamane, venerdì 17 ottobre si è svolto, all’interno dell’Aula Magna dell’Istituto E. Fermi, un importante incontro con una psicoterapeuta sul tema “La violenza sulle donne”,  ai fini di illustrare, informare ed educare noi giovani a questo triste fenomeno che purtroppo riguarda buona parte della società attuale di tutto il mondo. Il progetto ha visto noi giovani al centro del dibattito con significative osservazioni. Il tema è stato suddiviso in due parti: in primis si è esposto il problema, cercando di capirne  le cause e le conseguenze; mentre in una seconda parte si sono svolti lavori collettivi a gruppi misti in cui gli argomenti principali erano: le varie forme di violenza, l’identikit di un presunto stalker e i partecipanti hanno espresso la loro opinione a riguardo. Inoltre si è parlato dei circa 10 mila casi di decessi annuali nel mondo, in Italia nel 2012 è stato registrato un totale di 125 morti, il motivo sempre e solo uno: “amore” possessivo, malato e assassino. Bisogna inoltre precisare che la violenza verso la donna si presenta sotto varie forme, la più evidente è la violenza fisica: schiaffi, pugni, bruciature, ossa rotte fino alla conseguenza più estrema, la morte. Per questo è importante denunciare  alle istituzioni qualsiasi atto di aggressione in modo tale da tutelarsi da eventuali danni più gravi. La seconda forma è la violenza psicologica: gelosia morbosa, minacce, pedinamenti, fanno sì che la donna viva in uno stato di stress e allerta davvero preoccupante, tanto da far pensare alla povera vittima che l’unica via d’uscita sia il suicidio. La violenza economica poi, si è affermata negli ultimi anni, diventando una delle più frequenti. Il partner vuole avere pieno potere sulla donna anche nell’ambito economico, gestendo i suoi risparmi, controllando assiduamente i conti in banca, creando così uno stato di sudditanza costante. L’ultima ma non per importanza, è la cosiddetta “violenza indiretta“; consiste nel minacciare figli, persone, animali cari alla vittima. Questa è una vera e propria prigionia, che spesso crea danni indiretti ma, egualmente forti alla donna. La soluzione non è facile, come non è facile trovare le vie più opportune per far diminuire questo fenomeno: si deve sicuramente agire sulle donne stesse perché abbiano piena coscienza dei loro diritti e li facciano valere innanzitutto con le proprie forze, e poi ricorrendo alle autorità preposte a tutelare la persona. Grazie alla partecipazione della scuola, il progetto ha fatto sì che noi ragazzi capissimo l’importanza di tutto ciò, dandoci l’educazione più giusta perché ognuno di noi possa vivere serenamente la propria vita.

Roberta De Cristofaro

Classe 2 C

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